Un migliaio di alberi a Torino si sono seccati nel 2022 per colpa della siccità e delle alte temperature estive. La colpa è sempre dei cambiamenti climatici che provocano stress anche alle piante. Il capoluogo piemontese può contare su un patrimonio di 340.000 alberi, grazie al quale ha da poco ricevuto dalla FAO il Tree Cities of the world; il premio è assegnato a quelle città che hanno dato dimostrazione di cura e valorizzazione nei confronti del verde urbano.
Le piante sono state studiate dai tecnici per valutare il loro stato di salute e per capirne l’evoluzione nel tempo. Un albero malato rischia, cadendo, di mettere in pericolo le persone ma anche auto e due ruote. Sugli arbusti più giovani che avevano necessità di acqua per crescere si è provveduto con le irrigazioni. L’estate dello scorso anno, con caldo torrido per molte settimane consecutive, ha danneggiato anche gli esemplari adulti di norma più resistenti.
La siccità a Torino determina abbattimenti
Il censimento ha portato alla decisione di abbattere molte piante nei prossimi giorni che si aggiungono a quelli già effettuati nei mesi scorsi.
Nel Parco della Tesoriera, in IV Circoscrizione, si stanno portando avanti alcuni studi con il supporto dell’Università per individuare le strategie da adottare per salvare quanti più piante possibili e replicare in altre aree verdi cittadine. Con i fondi React sarà possibile un sostanzioso intervento di messa a dimora di nuovi alberi.
In alcune zone i tagli saranno pesanti, sia a causa della siccità sia a causa delle malattie:
- Parco della Pellerina (35 abbattimenti);
- Parco del Valentino (30);
- Parco Rignon (30);
- Parco della Tesoriera (oltre 30).
Secondo le line progettuali del Comune di Torino oltre seicento alberi andranno nei parchi fluviali interessati da uno dei progetti React, quasi un centinaio sono frutto delle donazioni fatte dai cittadini che hanno aderito all’iniziativa “Regala un albero”, la restante parte è stata acquisita con le risorse che la Città ha messo a disposizione per queste attività. A fronte dei pesanti ma necessari abbattimenti la messa a dimora di nuovi giovani piante diventa determinante.