Siccità e rete idrica

Siccità: allarme rosso al Sud, mentre il Nord cerca di riprendersi

L’Italia continua a fare i conti con l’emergenza idrica dopo un 2022 che ha visto il Nord duramente colpito dalla siccità, con un calo del 24% delle precipitazioni, è ora il turno del Sud a soffrire per la scarsità d’acqua: la Sicilia è la regione più colpita, il volume di acqua invasato è crollato del 40%. Nell’ultimo anno idrologico, la capacità idrica degli invasi principali del distretto Appennino Meridionale è drasticamente diminuita, registrando una contrazione compresa tra il 17% e il 45% a seconda delle zone.

La siccità non è un fenomeno nuovo ma si manifesta con una intensità sempre maggiore mettendo in luce le fragilità del sistema idrico italiano, soprattutto nel meridione dove le infrastrutture sono spesso obsolete e soggette a perdite significative, la gestione delle risorse è frammentata e la popolazione è sempre più esposta al rischio di carenza idrica.

Una volta terminati i fondi del PNRR – spiega Filippo Brandolini, presidente di Utilitalia – sarà necessario un ulteriore sforzo da parte del Governo attraverso uno stanziamento strutturale in manovra di almeno 1 miliardo di euro l’anno per i prossimi 10 anni, perché tutte le opere necessarie alla messa in sicurezza del sistema idrico nazionale non possono essere unicamente a carico delle tariffe. Parliamo di investimenti incentrati su serbatoi, invasi, riutilizzo delle acque reflue, interconnessioni tra acquedotti e riduzione delle dispersioni. Sul fronte delle perdite di rete, sulle quali stiamo recuperando il lascito di tanti decenni di investimenti insufficienti, gli investimenti programmati si attestano al 27%, guidando le priorità nella pianificazione di settore rispetto a tutti gli altri indicatori monitorati da Arera. Ma ora, per uscire dalla logica emergenziale e rispondere alle sfide poste dal cambiamento climatico, serve un ulteriore cambio di passo.

La siccità tra i temi Festival dell’Acqua di Utilitalia

Il tema della siccità è al centro del Festival dell’Acqua di Utilitalia, che si svolge da oggi a Firenze. L’evento rappresenta un’importante occasione per fare il punto della situazione e discutere delle soluzioni necessarie per affrontare l’emergenza idrica. Esperti del settore, istituzioni e rappresentanti della società civile si confronteranno sulle sfide del futuro e sulle strategie per garantire una gestione sostenibile della risorsa idrica.

Dal 2012 al 2022 gli investimenti nel settore sono aumentati del 227%, raggiungendo i 4 miliardi annui e i 63 euro per abitante, dato che dovrebbe salire quest’anno fino a 70 euro. Ma il gap con la media europea (82 euro annui per abitante che incrementa fino a 100 euro nei Paesi più virtuosi) resta ampio, soprattutto in quei territori dove non operano soggetti industriali: nelle gestioni in economia, che interessano ancora 1.465 Comuni e 7,6 milioni di cittadini (di cui il 93% al Sud), si continuano a investire mediamente appena 11 euro l’anno.

Per affrontare il climate change servono investimenti

Secondo le stime di Utilitalia, di fronte alle nuove sfide poste dagli effetti dei cambiamenti climatici gli investimenti dovrebbero crescere ancora rispetto ai 4 miliardi annui attuali, per colmare il fabbisogno complessivo di settore stimato in circa 6 miliardi di euro l’anno.

Oggi gran parte di questo fabbisogno è coperto dalla tariffa e il PNRR ha certamente dato un impulso su una finestra temporale che termina nel 2026 stimabile in circa 1,1 miliardi di euro l’anno: sono quindi necessarie risorse ulteriori (pari a circa 0,9 miliardi di euro l’anno) per raggiungere la quota di fabbisogno prevista per il nostro Paese.