L’estate ci ha lasciati ormai da parecchio, ma non la siccità, soprattutto in Lombardia. Con l’arrivo della stagione autunnale non si arrestano i problemi legati alla mancanza di piogge soprattutto nel settore agricolo. I corsi d’acqua continuano a essere prosciugati e le precipitazioni sono ancora inadeguate.
A lanciare il nuovo allarme a ridosso della stagione più fredda è Coldiretti Lombardia che nel suo ultimo monitoraggio ha registrato ancora un caldo anomalo, il proseguimento di un’estate torrida. Il livello del fiume Po è a -2,3 metri rispetto allo zero idrometrico. Lo stesso di agosto. Non se la passano bene nemmeno gli altri corsi d’acqua e bacini di tutto il territorio.
Siccità Lombardia: dati Coldiretti, i disagi per l’agricoltura
Gli agricoltori della Lombardia continuano a riscontrare grosse difficoltà a causa della mancanza di pioggia: – 28% nell’arco di sei mesi. Una situazione dunque che da quest’estate non sembra migliorare e che sta travolgendo uno dei territori più importanti, perché è qui che si concentra il 30% della produzione agricola nazionale, insieme a metà dell’allevamento. Un territorio conosciuto in tutto il mondo come la food valley, che comprende anche altre regioni del Nord, fra cui l’Emilia Romagna.
Sempre secondo il report di Coldiretti anche i grandi laghi devono fare i conti con l’assenza di piogge:
- il Garda è pieno solo al 23%;
- l’Iseo al 26%;
- il lago Maggiore resiste con il 56%;
- il lago di Como è riuscito a risalire fino al 72%.
Ad essere in grave difficoltà, a causa dei cambiamenti climatici, sono quindi tutte le colture in campo. L’acqua è ancora una volta insufficiente e gli imprenditori agricoli sono obbligati a trovare soluzioni alternative ma costose, come interventi con irrigazioni di soccorso per non compromettere i raccolti. Stiamo parlando della produzione di gran parte della frutta e verdura che ogni giorno mettiamo a tavola: i kiwi, il radicchio del Veneto, i carciofi della Sardegna e in generale gli ortaggi coltivati lungo tutta la Penisola.
Ma quali sono i danno veri e propri alle coltivazioni? Il caldo anomalo provoca l’allungamento della fase vegetativa delle piante che potrebbero far ripartire le fioriture che rischierebbero di essere esposte ai danni di un successivo abbassamento delle temperature, con la conseguente diminuzione del potenziale produttivo delle coltivazioni.
A peggiorare tutto anche i parassiti, un altro nemico da combattere, perché a causa del caldo sono rimasti attivi attaccando facilmente le colture nei campi. D’altronde anche in città siamo ancora alle prese con le fastidiose zanzare.