Prosegue il dibattito sulla sicurezza dei ciclisti a Milano dopo l’incidente che alcuni giorni fa è costato la vita a Francesca Quaglia, uccisa da un camion mentre era in sella alla sua bici. A intervenire sulla questione è stato il sindaco meneghino Giuseppe Sala, che guarda anche alla possibilità che Milano segua Bologna lungo il percorso verso una “città a 30 all’ora“.
Secondo il primo cittadino di Milano la situazione va affrontata in maniera tempestiva. A questo proposito si è rivolto al Ministro dei Trasporti Matteo Salvini, che nelle prossime settimane porterà in Parlamento il nuovo Codice della Strada. Ulteriori modifiche al CdS chieste anche dal presidente Fai-Conftrasporto, Paolo Uggè.
In questi giorni si è parlato di vera e propria “strage dei ciclisti” sulle strade italiane, come sembrano confermare anche i dati dell’Osservatorio Asaps-Sapidata dell’Associazione sostenitori della Polizia Stradale. Francesca Quaglia è la sedicesima vittima nel solo mese di agosto, per un bilancio nei primi 8 mesi del 2023 di 126 vittime.
Sicurezza ciclisti Milano, il piano di Sala
La giunta di Palazzo Marino è pronta ad andare avanti sulla strada delle nuove misure riguardanti la sicurezza stradale. Giuseppe Sala ha ribadito ai camionisti che non sono previsti rinvii o proroghe per quanto riguarda i nuovi dispositivi per la segnalazione degli angoli ciechi. Da ottobre i sensori per la tutela di pedoni e ciclisti saranno obbligatori in tutto il territorio di Milano.
Possibile anche la limitazione della circolazione dei mezzi pesanti in determinate fasce orarie. Inoltre non è esclusa la possibilità di istituire diverse zone con limite di velocità massimo a 30 km/h. Sala si è detto preoccupato anche delle possibili ripercussioni sull’utilizzo delle biciclette a Milano. Un prezioso aiuto per la mobilità sostenibile, che rischia ora di subire gli effetti del clima di insicurezza sulle strade:
All’inizio quando si parlava di piste ciclabili c’erano persone scettiche, ma in realtà si capiva che la ciclabilità sarebbe diventata importante. Ora il problema è come mettere in sicurezza i ciclisti. La mia preoccupazione adesso è che alla luce di queste tragedie qualcuno possa avere paura, magari anche legittimamente, e non usare più le biciclette.