smART: “La mappa del cuore di Bologna”, di Valentina Dell’Aira, ICOMOS

Nella civiltà etrusca Bologna assunse un ruolo predominante fra gli insediamenti del territorio padano, ma la radice da cui deriva il suo nome si deve alla tribù celtica dei Boi. La “dotta” si erge con la sua struttura prevalentemente medievale su fondazioni della città romana databili all’età del ferro; la città delle torri della Garisenda e degli Asinelli, che dal cuore della città si affacciano sui tetti rossi di un vivido e dinamico centro storico, si fregia nel XIII secolo di una serie di riforme sociali d’avanguardia per il tempo, come l’abolizione della servitù della gleba; nel secolo successivo si assisterà, però, a cruente guerre civili che la vedranno assoggettata alla Signoria milanese ed in faide estenuanti per la supremazia sul territorio, che per contrappasso le diedero quell’impronta architettonica che la caratterizza in maniera inconfondibilmente scenografica, nelle sue Basiliche, Piazze, Porte, Palazzi, ornati di merlature, bassorilievi che si armonizzano, oggi, con i più moderni interventi urbanistici.

Bologna, città universitaria cosmopolita per eccellenza, “Capitale Europea della cultura” nel 2000, darà il la, il prossimo 27 Aprile, al progetto “La mappa del cuore in VR” della Compagnia Ateliersi, gruppo di produzione artistica e sarà sostenuto dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, in collaborazione con Istituzione Bologna Musei, con l’intervento del MIC, della Regione Emilia Romagna e del Comune di Bologna. Il progetto culturale trae ispirazione da un settimanale per teen-agers degli anni ’80 di Lea Melandri e vedrà il teatro ospite di musei e centri di riferimento culturale attraverso la realtà aumentata partendo dalle collezioni comunali di Palazzo d’Accursio.

La manifestazione, di fruizione completamente gratuita, sarà spunto di riflessione sulle inquietudini adolescenziali generazionali nella contestualizzazione pandemica; la collocazione visiva sarà rappresentata da una postazione girevole collegata con un visore ottico tecnologico, in cui lo spettatore sarà guidato da personale individuato tra quello che sta subendo uno stop forzato dell’attività lavorativa a causa dell’emergenza sanitaria e su cui si squarcia una luce significante. Non è un caso, quindi, che Bologna, la città del Reni, del Carracci e anima green che vanta 120 chilometri di piste ciclabili, continui ad investire sulla Cultura ed a farsi promotrice di iniziative inclusive esaltando in modo innovativo i siti museali, in un connubio tra evoluzione culturale e welfare sociale.

di Valentina Dell’Aira, ICOMOS