Come sa bene chi si occupa di smart city e smart mobility, una mobilità intelligente non può prescindere dalla mobilità e dalla motorizzazione green, argomento affrontato, come naturale, a Smart Mobility World attraverso una panoramica sullo stato dell’arte di questo settore. Si è spaziato dal metano al gpl all’idrogeno – che si sta facendo strada nell’ultimo periodo sia nella mobilità pubblica sia privata perché il suo utilizzo fornisce una serie di vantaggi rispetto alle motorizzazioni sostenibili utilizzate fino ad oggi, anche se c’è da dire che in Italia manca una rete infrastrutturale a suo sostegno – a una motorizzazione elettrica, che tra gennaio e settembre del 2015 ha visto un incremento del 49% rispetto all’anno precedente della vendita dei veicoli puramente elettrici e del 20% dei veicoli ibridi, acquisendo ad oggi una quota di mercato che per le prime è dello 0,1% e delle seconde del 2%, come ci dicono i dati UNRAE.
Altri aspetti legati alla smart mobility sono ricollegati all’utilizzazione del veicolo e a tutto un sistema di contesto infrastrutturale e tecnologico. Basti pensare alla crescita esponenziale negli ultimi anni del fenomeno del car pooling e del car sharing. Quest’ultimo ad oggi conta 600.000 iscritti in Italia e di cui 350.000 a Milano, come ci spiega Pierfrancesco Maran, Assessore alla Mobilità e all’Ambiente del Comune di Milano.
Fondamentale è favorire l’utilizzo dei veicoli elettrici sia per i veicoli di car sharing, sia per quelli privati, che per le flotte aziendali. In questo senso si sta muovendo SDM Energia, una start up che si propone di assistere enti ed aziende in tutte le fasi decisionali: dal dimensionamento delle strutture di ricarica alla loro visibilità sul territorio di riferimento, dalle agevolazioni per l’acquisto dei veicoli alla fornitura dell’energia necessaria. “I nostri interlocutori sono quindi imprenditori e amministratori pubblici ai quali possiamo offrire informazioni non solo su beni e
servizi, ma anche sulle procedure per le concessioni, sugli aspetti normativi e sui finanziamenti eventualmente necessari.” Così definisce e racconta la nuova società Franco Giacotti, cofondatore di SDM Energia che si occupa della promozione e dei rapporti con le istituzioni.
Altro elemento importante da considerare è la logistica urbana delle merci. Massimo Marciani,
presidente di FIT Consulting che ha moderato la sessione “City and Green Logistics” a Smart
Mobility World, ha evidenziato come il quadro nazionale da questo punto di vista sia difforme ma
allo stesso tempo molto promettente: ”Ci sono infatti buone pratiche in corso a Milano, Torino ed
altre province minori e un interesse molto forte da parte dell’industria sia dei veicoli che
dell’Information Technology. È però necessario attuare PUMS – Piani Urbani di Mobilità
Sostenibile – in modo tale che le aree metropolitane possano trovare un quadro normativo
incentivante per le aziende operanti in questo settore. Esempio concreto dell’impegno
dell’industria automobilistica in questo senso è rappresentato dal veicolo E-NV 200 di Nissan:
“Abbiamo partecipato a Smart Mobility World come portatori del messaggio che la logistica delle
merci nelle grandi città con l’utilizzo di veicoli elettrici apporti consistenti benefici agli operatori e
ai cittadini sia in termini economici che ambientali” spiega Gianluigi Quaranta, National key
Account Manager Electrical Vehicle, Nissan Italia.
Perchè una smart city sia effettivamente realizzabile e diventi più accessibile, ci dice altresì
Laurence Bannerman, Presidente dell’European Parking Association, sono necessarie anche
delle strategie collegate al sistema della sosta urbana così che, anche attraverso una
sensibilizzazione delle pubbliche amministrazioni, quest’ultima acquisisca un’importanza
centrale. Fondamentale per il guidatore delle automobili, oltre al numero dei parcheggi – mancano
infatti 650.000 posti auto – è sicuramente anche la loro fruibilità. in questa direzione si colloca
l’esperienza di EasyPark, come ci illustra Giovanni Laudicina, Country Manager della società:
“C’è un concetto che abbiamo chiamato di Parking Excellence in cui tutta la sosta è digitale, dai
parcometri, alle app alla gestione dei permessi, che ha portato una grande riduzione dei costi per
il gestore verso quello che per noi è il futuro, la Parking Guidance, la possibilità di guidare
l’automobilista al posto auto più vicino”.
Maggiore e migliore fruibilità dei mezzi privati e per i singoli individui quindi, ma anche
un’attenzione che non deve mancare nei confronti dei trasporti pubblici affinché una smart city
sia davvero possibile. La tematica è stata affrontata nella sessione “Mobile Payment: oltre il
Contactless” presieduta da Franco Gazzotti, Consulente ai Trasporti Pubblici e Mobilità, durante
la quale è emersa la necessità di abbandonare sempre di più i sistemi tradizionali e fisici a favore
di sistemi smaterializzati, come ad esempio gli SMS, in modo tale da andare incontro alle esigenze
del cliente ed offrirgli la possibilità di acquisto del titolo di viaggio indipendentemente dal luogo e
dall’ora.
Tutti gli aspetti sopracitati emersi durante Smart Mobility World 2015 sono alcuni dei punti focali
da cui partire per creare una mobilità intelligente e diffonderne la cultura: perché diventi una
realtà è fondamentale la presa di coscienza da parte del cittadino e soprattutto di coloro i quali si
occupano di mobilità a livello professionale. Tra questi emerge la figura del mobility manager, di
aziende pubbliche e private, per la quale è fondamentale una formazione a tutto tondo e
aggiornata sulle varie tematiche green e smart. A sostegno di questo importante obiettivo
Euromobility, Associazione Nazionale dei Mobility Manager, sta portando avanti la stesura della
nuova normativa che aggiornerà ed estenderà le disposizioni del Decreto Ronchi del 1998.
Roberto Maldacea, presidente dell’Associazione, sintetizza così le linee guida della mission:
“Attenzione ai giovani, con l’istituzione di mobility manager di istituto scolastico e programmi di
formazione; rimozione dei limiti di dimensione legata al numero di collaboratori delle aziende e
degli enti per cui è obbligatoria la figura del mobility manager, istituendo mobility manager
distrettuali e di comprensorio, ad esempio poli logistici e centri commerciali; utilizzo di strumenti
ICT come le app per monitorare le modalità di spostamento dei collaboratori delle aziende e la
rendicontazione oggettiva dell’implementazione delle buone pratiche”.
Un’attenzione particolare SMW 2015 l’ha dedicata ad un tema gigantesco ma raramente toccato in
manifestazioni simili: il ruolo dominante della mobilità privata individuale nel bilancio generale
del muoversi. Le tendenze esaminate sono state le auto connesse, dalla telematica per le
assicurazioni ai sistemi di informazione e intrattenimento a bordo veicolo, basate su interfacce
utente innovative (touch e voice) e appoggiate a connessioni di rete wireless, passando per la
gestione delle flotte e la guida predittiva. Le riflessioni e le novità della sessione sono sintetizzate
da Agostino Fornaroli, mobility manager e chairman della sessione: “A vent’anni dalla nascita del
mobility management in Italia, 1998, dal 2018 scatterà l’obbligo di e-call nativo su tutte le auto di
nuova immatricolazione, con allerta automatica in caso di incidente; la facilità di raccolta dati sui
percorsi e il comportamento di guida consentita dalle tecnologie di connessione rende possibile la
guida predittiva in ausilio alle indicazioni del navigatore, consentendo l’annullamento delle
discrepanze e le sorprese nelle previsioni di arrivo di merci e persone; con le vetture autonome si
viaggerà in auto come in funivia, la postura del corpo non sarà più vincolata; il modo in cui si
conduce un’auto elettrica può cambiare del 50 % l’autonomia effettiva, per cui l’impatto positivo
delle tecnologie di ausilio alla guida è massimo per i veicoli elettrici”.
Grande importanza ha avuto il focus sulle tecnologie per la sicurezza attiva, ossia gli ausili alla
guida che affiancano il guidatore nella gestione dei potenziali momenti ed eventi critici, riducendo
il rischio incidenti. Qui la tendenza, messa in evidenza da tutti i relatori intervenuti, è verso una
presa di controllo sempre maggiore da parte di strumenti a intervento automatico, che fra qualche
anno saranno in grado di mettere in sicurezza un veicolo senza input da parte del conducente: un
passo fondamentale sulla strada dei veicoli autonomi.
Infine, in campo ambientale, le tecnologie per il controllo delle emissioni hanno avuto uno spazio
proprio nel palinsesto di SMW 2015. “La sofisticazione di progettazione e di funzionamento di
questi sistemi, soprattutto per le motorizzazioni diesel, ha consentito e consentirà per i prossimi
anni una riduzione significativa degli inquinanti principali, al prezzo di costi e soprattutto
complessità crescente, che vanno un po’ contro l’impostazione e il punto di forza tradizionali del
diesel, la semplicità”, come spiega Marco Comelli di Studio Comelli, progettista e moderatore
della sessione. “Per i limiti previsti nei maggior Paesi dopo il 2020 ci sono dubbi che una
evoluzione lineare riuscirà per il diesel in primo luogo ma anche progressivamente per la benzina
a garantire una conformità alle regole di omologazione.
Probabilmente bisognerà ripensare l’automobile come sistema energetico, ricorrendo oltre alle
scontate motorizzazioni ibride ed elettriche a concetti come la cogenerazione e il recupero del
calore disperso, l’elettrificazione spinta delle funzioni ausiliarie, ed altre ancora. Tempi
interessanti ci attendono”.
Archiviato SMW 2015, i temi sviluppati e altri ancora costituiscono il testimone che passa ora a
SWM 2016, che verrà annunciato a breve con location e nuove date.