Napoli Vesuvio mare spiagge in Campania

Spiagge in Campania, appena il 30% della costa sarà libera

L’estate 2023 si avvicina e torna ancora una volta la questione spiagge libere in Campania. Secondo quelle che sono le anticipazioni del Puad (Piano utilizzo aree demaniali) della Regione, gratuitamente a disposizione dei cittadini dovrebbe risultare non più del 30% della costa campana.

I napoletani e gli altri residenti all’interno dei Comuni costieri della Campania saranno ancora una volta stretti nella morsa degli accessi limitati a numero chiuso presso le spiagge pubbliche e i molti stabilimenti balneari privati. Questo nonostante le molte lamentele giunte non soltanto da Napoli e dintorni, ma anche dall’Unione Europea. Il nuovo Puad sembrerebbe non aver recepito tali indicazioni, alimentando nuovamente le proteste degli attivisti.

A criticare il nuovo piano sono però anche le opposizioni, secondo le quali Palazzo Santa Lucia non varerà il nuovo piano in tempi rapidi. Questo porterà a una situazione di incertezza per quanto riguarda l’estate 2023, rilancia la consigliera Maria Muscarà, con l’effetto di costringere le autorità locali a intervenire in deroga per arginare una situazione d’emergenza.

Spiagge in Campania, Mare Libero contro il nuovo Puad

Un forte squilibrio tra stabilimenti balneari privati (70%) e spiagge libere pubbliche (30%) che non piace affatto all’associazione Mare Libero. A preoccupare è soprattutto quella che sarà la selezione dei tratti costieri, con la forte sensazione che verranno riconosciuti come liberi i tratti di minore pregio e poco adatti alla balneazione.

Come ad esempio Discesa Coroglio a Napoli, situata presso il maggiore scarico del capoluogo campano. Al contrario, secondo Giuliano Esposito di Mare Libero, tratti di pregio come il litorale di Posillipo saranno per la quasi totalità in mano ai privati:

Il sistema così com’è non funziona soprattutto dopo il Covid. Le spiagge libere sono a numero chiuso, mentre quelle affidate ai privati hanno lettini ovunque. Ci sono persone che provano per settimane a prenotare un posto in spiaggia pubblica senza riuscirci.

Mare Libero, Legambiente e le altre associazioni impegnate nella battaglia per il diritto alle spiagge libere chiedono da anni un ribaltamento delle percentuali di assegnazione. Richieste che anche per il prossimo futuro sembrano destinate però a rimanere inascoltate.