Ora è ufficiale, Palazzo Vecchio ricorre al Tar per contestare la revoca dei 55 milioni per il restyling dello stadio Franchi di Firenze. L’operazione era nell’aria da settimane e adesso si è finalmente concretizzata, tenendo aperta più che mai la partita per il finanziamento del progetto targato Arup.
Ha preso definitivamente forma il faccia a faccia del Comune di Firenze contro il Governo Meloni, con Palazzo Vecchio deciso a far valere le ragioni di sostenibilità e ammodernamento che hanno portato alla ristrutturazione dello stadio Franchi. Opera rimossa dall’elenco di quelle finanziate coi fondi del PNRR, malgrado fosse stata inizialmente approvata in virtù del suo status di monumento nazionale.
Proprio su questo punto va a battere Palazzo Vecchio, deciso a rivendicare quanto era stato promesso da diverso tempo, già dal Governo Draghi. Un’autorizzazione durata fino allo scorso 28 aprile, quando un decreto interministeriale ha sancito il taglio di 55 milioni di euro dai fondi destinati al Franchi. Una decurtazione che rischia di compromettere, o quantomeno rimandare, l’evoluzione sostenibile della struttura e in particolare la copertura dello stadio con un tetto fotovoltaico.
Stadio Franchi, ricorsi al Tar di Palazzo Vecchio e Fondazione Nervi
Il ricorso al Tar di Palazzo Vecchio si basa sul fatto che secondo il Comune di Firenze il decreto interministeriale che ha tagliato i 55 milioni di euro destinati al restyling dello stadio Franchi sarebbe gravato da “vizi procedurali“. Da qui l’autorizzazione in data 15 giugno di autorizzare l’Avvocatura alla battaglia legale “presso tutte le superiori Autorità in ogni ulteriore grado di giudizio“.
Oltre al ricorso del Comune di Firenze contro il Governo risulta pendere sul futuro dell’Artemio Franchi anche l’iniziativa della fondazione Pln Project, che fa capo al nipote dell’architetto Pier Luigi Nervi che disegnò lo stadio. L’impianto accusatorio si basa in questo caso sulla presunta incostituzionalità del decreto “Sblocca Stadi”.