Slitta a venerdì il voto previsto oggi dall’UE sullo stop alle auto a benzina e diesel entro il 2035. Una votazione che doveva essere sostanzialmente formale rischia di far saltare il banco sul fronte della nuova mobilità sostenibile in Europa. Decisi il no dell’Italia e i dubbi manifestati nelle ultime ore dalla Germania.
Se da giorni è nota la posizione dell’Italia rispetto allo stop alle auto benzina e diesel entro il 2035, fa rumore la messa in dubbio del provvedimento da parte della Germania. Roma da giorni lamenta la definizione di un orizzonte temporale troppo ristretto, tale da mettere in difficoltà il comparto automotive. Ora Berlino si unisce al coro del malcontento, nel quale figurano anche Polonia e Bulgaria, sposando in sostanza la linea italiana sulla necessità di incentivi a favore degli “e-fuels“. Differente rispetto all’UE è la posizione della Germania riguardo il concetto di mobilità sostenibile in Europa. Come ha dichiarato il Ministro dei Trasporti tedesco Volker Wissing:
La Commissione europea preferirebbe consentire solo veicoli alimentati a batteria. Noi la vediamo in modo diverso.
Stop alle auto benzina e diesel, cosa chiede l’Italia
Secondo il governo italiano il provvedimento di stop deciso dall’Unione Europea mancherebbe nello specifico dei requisiti di “neutralità tecnologica”. In altre parole, stando a una dichiarazione nazionale inviata dall’Italia ai 27 Stati membri, il blocco delle auto a benzina e diesel non verrebbe accompagnato da incentivi per favorire l’utilizzo di carburanti rinnovabili:
Siamo certamente favorevoli all’elettrificazione dei veicoli leggeri. Non crediamo, tuttavia, che essa debba rappresentare, nella fase di transizione, l’unico percorso per raggiungere le emissioni zero.
Stabilendo un obiettivo di riduzione delle emissioni del 100% nel 2035 e non prevedendo alcun incentivo per l’uso di carburanti rinnovabili, il regolamento non è in linea con il principio di neutralità tecnologica. Pertanto, l’Italia non può sostenerlo.
All’interno della dichiarazione nazionale diffusa dall’Italia sono contenute anche diverse misure legate al settore auto. Azioni che secondo il governo italiano dovrebbero essere messe in atto dalla Commissione UE:
- Monitorare e riferire in modo tempestivo ed esaustivo sui progressi verso una mobilità stradale a zero emissioni, considerando tutti i fattori che contribuiscono a una transizione equa ed efficiente dal punto di vista dei costi, compresa una valutazione delle possibili carenze di finanziamento;
- Garantire, sulla base di tale monitoraggio, una revisione rigorosa e credibile degli obiettivi nel 2026;
- Sostenere con tutti i mezzi disponibili, legislativi e finanziari, la transizione del settore automobilistico, in particolare delle Pmi;
- Dare seguito alla disposizione che prevede l’immatricolazione, dopo il 2035, di veicoli alimentati esclusivamente con carburanti a zero emissioni di CO2;
- Presentare una proposta per includere nel Regolamento meccanismi di contabilizzazione dei benefici, in termini di riduzione delle emissioni di CO2, dei carburanti rinnovabili.