Il Suolo, essenziale per l’insediamento di comunità umane e garantirne l’alimentazione, è risorsa scarsa da curare e custodire per lenire la sofferenza della nostra “casa comune” Terra.
Da decenni è in atto un peggioramento continuo della sua salute che ne impoverisce il tenore in nutrienti e Sostanza Organica, indice empirico di fertilità naturale, ne diminuisce la capacità di ritenzione idrica, incrementa la propensione alla erosione e al dissesto idrogeologico (che il Prof. Corti di CREA propone venga definito più correttamente dissesto idropedologico), al contempo riducendo la funzione del Suolo “serbatoio di Carbonio” e aumentando emissioni nette di gas serra.
Nel 25% dei terreni europei il tasso di Sostanza Organica è sotto la soglia che consente al sistema suolo/pianta di veder garantite funzioni nutrizionali di tipo diretto, con il trasferimento di nutrienti e microelementi alle colture, e indiretto, migliorando la biodisponibilità dei nutrienti del Suolo. Preservarne e aumentarne il tenore di Sostanza Organica è essenziale per mitigare perdita di fertilità e biodiversità, contrastare aridificazione, desertificazione e altri gravi effetti attesi della Crisi Climatica in atto e garantire i servizi ecosistemici essenziali.
Suolo, un degrado crescente da arginare
Urge un cambiamento nei comportamenti individuali e collettivi, con la diffusione di buone pratiche basate su una conoscenza scientifica approfondita delle cause dei fenomeni sopra richiamati.
La carente attenzione degli interlocutori politici, economici, sociali, finanziari alla corretta gestione del Suolo è tra le cause del suo crescente degrado sia quantitativo che qualitativo e della nota debolezza delle strutture della Pubblica Amministrazione competenti in materia a livello nazionale.
Re Soil Foundation, nata per salvaguardare il Suolo, elabora un Rapporto sulla salute del Suolo, edizione 2023, che presenterà a decisori e stakeholders, per favorire una nuova, necessaria, cultura di governo della risorsa e per comunicare priorità e criticità del Suolo, della sua salute, del suo governo fino ai mondi della formazione e dell’informazione.
Obiettivo della Fondazione è dare impulso a un reale cambiamento nella gestione della risorsa a
partire dalla sua tutela da usi impropri che ne depauperano il potenziale in termini dei servizi essenziali all’Ecosistema, citati introducendo questa nota, usi da tempo letti dagli analisti come assoggettabili alla “Legge dei rendimenti decrescenti”, ad esempio con abuso di pesticidi e fertilizzanti di sintesi che si riverberano in un calo di qualità dei prodotti, oltreché in un contributo significativo all’inquinamento delle matrici ambientali ed ai relativi impatti sulla salute umana.
Rigenerazione territoriale
In ottica olistica, la valorizzazione del Suolo si inserisce in percorsi di rigenerazione territoriale e di sviluppo sostenibile, a maggior ragione mentre incombono quattro crisi sistemiche terribili, dalla bellica alla pandemica, dalla finanziaria e industriale alla climatica ormai irreversibile, che fanno temere per la sopravvivenza della nostra specie e rendono più che mai urgente la Transizione sempre evocata da Papa Francesco e disegnata dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
Operare per la Transizione implica progettare e dare concretezza a nuovi modelli di produzione e consumo che sottendano nuovi stili di vita ispirati a principi di equità intra- e inter-generazionale, a una solidarietà diacronica che assuma come valore centrale la persona e le relazioni umane.
Il Comitato Tecnico Scientifico della Fondazione, che riunisce attori accademici e Società che aggregano i cultori dei diversi approcci disciplinari, intende tradurre la conoscenza scientifica dei fenomeni inerenti il Suolo, derivante da una lettura sistemica dei cicli delle risorse dell’Ecosistema singolarmente presi e poi studiati nelle loro interconnessioni, anzitutto quella “Suolo/Acqua” come indicato dalla FAO, una volta validata e condivisa, in flusso di “best needed information” verso i decisori istituzionali e politici, dal livello locale all’internazionale, e gli stakeholders economici, finanziari, sociali, nel rispetto dell’approccio partecipativo, come statuito dalla tradizione ormai trentennale della European Environment Agency.
Così si promuove una economia utile alla vita, fondata su una innovazione che offra le migliori tecnologie disponibili per una BioBased Economy e una Bioeconomia Circolare che si integri nei territori attingendone materie prime rinnovabili, la cui gestione sia certificabile come la più efficiente, e risolvendo le gravi emergenze riscontrabili a carico del Suolo privilegiando l’approccio “Nature Based Solutions”.