La pandemia, la guerra provocata dall’invasione russa in Ucraina, la situazione energetica, la crisi del multilateralismo indispensabile per affrontare temi globali come la lotta al riscaldamento climatico e alle sue conseguenze sociali, mettono a repentaglio il percorso del nostro Paese verso lo sviluppo sostenibile.
È quanto emerge dal Rapporto curato dall’ASviS, la più grande rete della società civile e presentato durante l’ultima edizione del Festival dello Sviluppo Sostenibile, che ogni anno misura il posizionamento dell’Italia rispetto ai 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals – SDGs) fissati dall’Agenda 2030 dell’Onu, punto di riferimento ineludibile per una politica che guardi davvero al futuro.
Sviluppo sostenibile: l’Italia migliora solo per due Goal
Il biennio 2019-2021, includendo lo shock della crisi pandemica, fa registrare un netto peggioramento anche per quegli indicatori che mostravano un andamento più incoraggiante. Se confrontiamo la situazione del 2021 rispetto al 2019, infatti, l’Italia mostra miglioramenti soltanto per due Goal, sistema energetico (Goal 7) e condizione economica e occupazionale (Goal 8), mentre per altri due, alimentazione e agricoltura sostenibile (Goal 2) e lotta al cambiamento climatico (Goal 13) viene confermato il livello del 2019. Per i restanti SDGs, lotta alla povertà (Goal 1), salute (Goal 3), educazione (Goal 4), uguaglianza di genere (Goal 5), acqua (Goal 6), innovazione (Goal 9), disuguaglianze (Goal 10), ecosistema terrestre (Goal 15), istituzioni solide (Goal 16) e cooperazione internazionale (Goal 17), il livello registrato nel 2021 è ancora al di sotto di quello del 2019, a conferma che il Paese non ha ancora superato gli effetti negativi causati dalla crisi pandemica.
In particolare, in questo biennio l’ASviS registra un aumento delle disuguaglianze di reddito, una crescente difficoltà del sistema sanitario di rispondere alle esigenze dei cittadini, specialmente dei più deboli e un arretramento degli indicatori ambientali, in particolare quelli sul consumo di suolo e sulla gestione delle risorse idriche. Inoltre, anche gli andamenti positivi registrati dagli Obiettivi legati all’energia pulita e alla crescita economica potrebbero rivelarsi illusori: la diminuzione dei consumi di energia, infatti, è prevalentemente legata alla riduzione delle attività produttive e della circolazione dovuta al lockdown, mentre bisognerà vedere se i segnali positivi sul fronte dell’economia reggeranno alle tensioni geopolitiche internazionali e alla crisi energetica.
Buone notizie: la riforma dell’art. 9 introduce la tutela dell’ambiente
Un quadro tutt’altro che incoraggiante anche se, per le politiche di sostenibilità in Italia, il 2022 era iniziato con una buona notizia. I principi fondamentali della Costituzione sono stati per la prima volta aggiornati (una proposta bandiera dell’ASviS fin dal 2016), con la riforma dell’articolo 9, introducendo la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. Analogamente, nella parte della Carta che riguarda i rapporti economici, è stata aggiunto all’art. 41 il concetto di tutela dell’ambiente nello svolgimento delle attività pubbliche e private.
ASviS: 10 proposte per la nuova legislatura
Alla luce di questo scenario, l’ASviS ribadisce l’importanza di adottare con urgenza politiche per accelerare il percorso di sviluppo sostenibile dell’Italia e ha formulato dieci proposte per la nuova legislatura:
- assicurare la coerenza delle politiche per lo sviluppo sostenibile;
- creare un Istituto pubblico di studi sul futuro;
- promuovere una cultura della rendicontazione degli impatti sociali e ambientali per le pubbliche amministrazioni;
- integrare la sostenibilità nel funzionamento del Parlamento;
- articolare un sistema di agende territoriali per lo sviluppo sostenibile;
- assumere la centralità del processo di giusta transizione ecologica, ad esempio semplificando i processi autorizzativi per i nuovi impianti di produzione di energie rinnovabili;
- attuare concretamente le priorità del PNRR, con particolare riferimento a parità di genere, giovani, riduzione delle disuguaglianze territoriali, transizione digitale;
- contrastare la crescente povertà dei redditi, migliorando l’impostazione e la gestione del reddito di cittadinanza e riformando complessivamente l’esistente sistema di welfare e le politiche attive del lavoro;
- inserire l’approccio “One Health” in tutte le politiche, ispirato al principio di salute ecosistemica integrata;
- garantire il raggiungimento della quota dello 0,7% del Reddito Nazionale Lordo per l’Aiuto Pubblico allo Sviluppo.
E’ possibile leggere queste proposte in modo più dettagliato sul sito ASviS (asvis.it), dove si trova anche il Rapporto curato dall’Alleanza.
di Giulio Lo Iacono, coordinatore operativo di ASviS