Nelle terre bagnate dai mari tropicale cresce un frutto che si distingue per il suo gusto esotico e la sua versatilità culinaria: il tamarindo. Conosciuto scientificamente come Tamarindus indica, è elemento essenziale in molte cucine asiatiche, africane e latinoamericane. Ma il suo fascino va oltre il palato, poiché offre anche benefici per la salute e ha una storia ricca e interessante.
Il tamarindo è originario dell’Africa tropicale, ma si è diffuso in molte parti del mondo, tra cui l’Asia e l’America Latina, grazie ai commerci e agli scambi culturali. Questo frutto è stato coltivato e utilizzato per migliaia di anni, con menzioni che risalgono agli antichi testi indiani e alle scritture egiziane.
Tamarindo cos’è
Il tamarindo cresce su alberi tropicali alti anche 30 metri, i baccelli lunghi fino a 15 cm hanno buccia marrone dura. All’interno il frutto ha polpa marrone scuro, carnosa e fibrosa, contenente piccoli semi. Il suo gusto unico è una combinazione di dolce, acido e leggermente amaro, con note che ricordano il mirtillo, il limone e lo zucchero di canna.
Benefici per la salute
Oltre al suo delizioso sapore il tamarindo offre anche diversi benefici per la salute. Risulta ricco di vitamina B1, B2, B3, B6 e C, di minerali quali potassio, magnesio, calcio, fosforo e ferro oltre ad antiossidanti (polifenoli e flavonoidi) e fibre che possono aiutare a sostenere il sistema immunitario, migliorare la digestione e ridurre l’infiammazione e il dolore. Aiuta a tenere sotto controllo i livelli di zucchero nel sangue.
Impatto culturale del tamarindo
Il tamarindo non è solo un ingrediente culinario ma ha anche un impatto culturale significativo nelle comunità dove è coltivato e consumato. Spesso è associato a feste tradizionali, celebrazioni e ricorrenze religiose, dove viene utilizzato in piatti speciali e bevande festose. Inoltre, è spesso presente e citato nella musica popolare e nella letteratura di molte culture tropicali.
Utilizzo del tamarindo in cucina
Il tamarindo è un ingrediente versatile in cucina ed è utilizzato in molte forme. La polpa può essere utilizzata per preparare bevande rinfrescanti, sciroppi, salse e chutney, insaporire piatti di carne, pesce e verdure, aggiungere un tocco di acidità a dessert e dolci. In molte cucine asiatiche il tamarindo è un ingrediente fondamentale in piatti come il Pad Thai thailandese e il Sambar indiano. In Messico e in altre parti dell’America Latina, viene utilizzato per fare salse piccanti, caramelle e dolci.
Consigli per l’acquisto e la conservazione
Il tamarindo è disponibile fresco, liquido, essiccato e in polpa. I frutti freschi devono essere sodi e avere un colore marrone scuro uniforme. La polpa essiccata e in polvere si conserva a lungo in un luogo fresco e asciutto.
La versione migliore del tamarindo in bottiglia da aggiungere all’acqua per creare una bevanda sana e rinfrescante ma anche un ghiacciolo è lo sciroppo senza zucchero e biologico mentre per cucinare piatti succulenti ecco la pasta di tamarindo in barattolo entrambe acquistabili nei negozi più forniti di alimenti naturali e senza pesticidi.