Il termovalorizzatore a Roma potrebbe generare impatti positivi secondo i dati di Utilitalia, meno emissioni di CO2, energia per 200.000 famiglie e 150 nuovi posti di lavoro. Il Centro Italia esporta, oggi, il 17% della propria produzione di rifiuti mentre il 34,2% va in discarica, l’impianto consentirebbe 24.000 viaggi in meno di camion carichi di scarti (12 milioni di chilometri risparmiati che porteranno ad una riduzione delle emissioni climalteranti di 8.000 tonnellate di CO2) e la produzione di 540.000 MWh di energia.
Dallo studio “Rifiuti urbani, fabbisogni impiantistici attuali e al 2035”, realizzato da Utilitalia, la Federazione delle imprese idriche, ambientali ed energetiche, giunto alla quarta edizione emerge che per raggiungere i target Ue che prevedono entro il 2035 il 65% di riciclaggio effettivo e un utilizzo della discarica per una quota non superiore al 10%, allo stato attuale il Centro avrà bisogno di recuperare energeticamente ulteriori 1,15 milioni di tonnellate di rifiuti e di trattare 650.000 tonnellate di organico.
La pubblicazione del bando di gara per il termovalorizzatore di Roma – spiega il presidente di Utilitalia, Filippo Brandolini – è un passaggio importante verso la realizzazione di un impianto fondamentale per garantire la corretta gestione del ciclo dei rifiuti e per centrare i target europei al 2035, nonché pienamente coerente con le strategie indicate dal Programma Nazionale di Gestione dei Rifiuti, approvato nel 2022.In termini di emissioni climalteranti, lo smaltimento in discarica, come dimostrato da vari studi scientifici, ha un impatto decisamente superiore a quello del recupero energetico e diversi flussi di rifiuti, se non recuperati energeticamente, hanno come alternativa il solo smaltimento in discarica. Il recupero energetico da rifiuti, infatti, è la migliore alternativa alla discarica ed è complementare al riciclo, come dimostrano i dati di quelle zone che dotate di impianti registrano percentuali di differenziata e riciclo più alte. L’impatto ambientale, certificato dai vari modelli di analisi in relazione alle modalità di raccolta e trattamento, evidenziano come un sistema integrato di impianti che riesca a chiudere il ciclo dei rifiuti, in prossimità, determini enormi benefici ambientali ed economici.
Termovalorizzatore Roma, un vantaggio per l’Italia
L’impianto gestirà 600.000 tonnellate di rifiuti ogni anno e avrà impatti positivi su scala nazionale. Risolverà il trattamento del non riciclabile e degli scarti della raccolta differenziata dell’area di Roma capitale, portano la regione Lazio vicina all’autosufficienza in fatto di smaltimento.
A ciò si uniscono i vantaggi in termine di produzione di energia, stimabile in circa 540.000 MWh (il 51% dei quali rinnovabili) che coprirebbero il fabbisogno energetico di 600.000 abitanti. Complessivamente, dunque, tra riduzione dei viaggi dei rifiuti e produzione di energia rinnovabile, la realizzazione del termovalorizzatore romano porterebbe ad un risparmio di circa 120.000 tonnellate di CO2.
Anche il 49% di energia non rinnovabile sarebbe di produzione locale, riducendo quindi la dipendenza dall’estero. A ciò si aggiungono le ricadute occupazionali, con la creazione di circa 150 nuovi posti di lavoro, compreso l’indotto e senza considerare l’uso delle maestranze edili.