La recentissima scossa terremoto di magnitudo 4,2 della Scala Richter ha riportato Napoli al centro del dibattito sulla sismicità dei Campi Flegrei. Un episodio seguito da uno sciame sismico importante, tanto da tenere in apprensione i napoletani soprattutto nell’ottica di una possibile eruzione del Vesuvio.
Forte la preoccupazione dopo la scossa del 27 settembre, complice anche l’orario notturno (3:35), malgrado le autorità non abbiano registrato danni particolari o vittime. Il nodo centrale sembra essere proprio lo sciame sismico, che sia prima che dopo il terremoto che ha fatto tremare Napoli e i Campi Flegrei. Sul tema sicurezza è intervenuto il Ministro della Protezione Civile e per le Politiche del mare Nello Musumeci:
Non possiamo creare allarme, ma non possiamo neanche sottovalutare, serve grande equilibrio. Ho incontrato i sindaci per fare il punto della situazione e abbiamo concordato tre obiettivi: un piano sulle fragilità degli edifici; un piano razionale di evacuazione che tenga conto dell’esistente e infine un piano per la comunicazione per rendere più consapevole la popolazione.
Terremoto a Napoli e Campi Flegrei, perché scosse così frequenti
Sul perché si verifichino da giorni queste frequenti scosse si è espresso invece l’INGV, dapprima escludendo un’immediata eruzione del Vesuvio e in seguito approfondendo quelle che sono le cause di tale attività sismica.
Secondo l’Osservatorio Vesuviano INGV non sono da escludersi ulteriori scosse, anche di magnitudo pari o superiore a quella del 27 settembre. Pur non potendo sbilanciarsi in merito a previsioni certe i sismologi hanno affermato di aspettarsi:
Altre scosse anche di magnitudo uguale o maggiore a questa, anche se non molto più grande considerato il tipo di roccia presente in questo vulcano. Sono però terremoti molto superficiali e questo, anche per magnitudo medio-piccole, può generare una facile avvertibilità degli eventi, come è stato per quest’ultimo avvertito nella notte.
Per quanto riguarda invece il perché si stiano verificando scosse così frequenti l’INGV ha sottolineato il collegamento tra la zona dei Campi Flegrei e il fenomeno noto come bradisismo:
Il terremoto del 27 settembre è legato ai Campi Flegrei e al fenomeno del bradisismo che caratterizza tutta l’area, e in particolare la caldera. Associato al sollevamento del suolo c’é l’aumento dello sforzo della crosta e quindi la rottura e la generazione di terremoti.
Sollevamento del suolo, rischio evacuazione reale?
Tutto ruoterebbe quindi attorno all’area dei Campi Flegrei nota come caldera, sede dei principali edifici vulcanici della zona. La lenta deformazione del suolo definita bradisismo sta portando a un deciso sollevamento del suolo in particolare nell’area di Pozzuoli. Tali condizioni rischiano di portare a una prossima evacuazione dell’area attorno ai Campi Flegrei secondo Giuseppe De Natale, vulcanologo della Società Italiana Geologia Ambientale:
Il sollevamento del suolo al quale stiamo assistendo testimonia che c’è una sorgente di pressione interna al sistema che, oltre a generare una pressione che aumenta a profondità tra 0 e 3 km circa, genera il sollevamento del suolo, spacca le rocce e produce i terremoti.
La situazione attuale nei Campi Flegrei è abbastanza critica dal punto di vista della sismicità: dal 2006 a oggi il suolo si è sollevato di circa 1 metro e 10cm, parliamo di 15-20 cm in più rispetto al livello del suolo massimo che era stato raggiunto nel 1984. È necessario verificare la vulnerabilità degli edifici intorno all’area e procedere allo sgombero il prima possibile.