Terreni agricoli

Terreni agricoli, in Lombardia persi 150 mila ettari a causa di cementificazione e abbandono

La Lombardia, a causa di cementificazione e abbandono, in poco meno di 40 anni ha perso oltre 150 mila ettari di terreni agricoli. Secondo i dati Coldiretti un’estensione uguale a tutta Milano e alla sua provincia. Uno scenario che non si discosta dal quadro nazionale dove la superficie agricola utilizzabile si è ridotta ad appena 12,8 milioni di ettari.

Significa, secondo l’ISPRA, che oltre 9 comuni su 10 in Italia hanno parte del territorio in aree a rischio idrogeologico, a causa delle coperture artificiali, infatti, il suolo non assorbe a dovere l’infiltrazione di acqua piovana che scorre in superficie aumentando la pericolosità idraulica e la possibilità di alluvioni.

Mentre la superficie agricola utilizzabile si è ridotta intorno al milione di ettari – sottolinea la Coldiretti Lombardia – nella nostra regione oltre 4 comuni su 5 (l’84,6% del totale) hanno parte del territorio in aree a rischio dissesto per frane e alluvioni secondo i dati Ispra, anche per effetto del cambiamento climatico in atto con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, il rapido passaggio dal sole al maltempo e precipitazioni brevi ed intense.

Terreni agricoli, la perdita mette in crisi l’approvvigionamento alimentare

Bisogna tornare a dare intanto un ruolo di prestigio all’agricoltura dal punto di vista sociale ed economico e combattere per difendere i terreni più fertili e adatti alla coltivazione. Non meno importante, e lo abbiamo compreso meglio a causa del conflitto russo-ucraino, rendere il paese indipendente dal punto di vista alimentare, se la nostra sussistenza dipende da fattori esterni e dalle speculazioni si rischia di non mettere nel carrello della spesa nemmeno i beni di prima necessità. Il poco che si produrrà avrà prezzi sempre maggiori.

Bisognerà, in tempi brevi, canalizzare in modo adeguato l’acqua per evitare la siccità dei campi, che come ricorderete ha causato gravi danni la scorsa estate a molte produzioni agricole, digitalizzare e innovare i sistemi di coltivazione, ridurre l’impatto ambientale con uso sempre più ridotto di pesticidi favorendo così il recupero della biodiversità che si va sempre più perdendo.

Il primo passo nella strada del recupero della capacità produttiva è – precisa la Coldiretti – lavorare sulle infrastrutture e sull’innovazione a partire dal sistema degli invasi necessari per raccogliere l’acqua e combattere la siccità, ma occorre anche investire sulla digitalizzazione delle campagne con lo sviluppo di applicazioni di agricoltura di precisione, dall’ottimizzazione produttiva e qualitativa alla riduzione dei costi aziendali, dalla riduzione al minimo dell’impatto ambientale con sementi, fertilizzanti, agrofarmaci fino al taglio dell’uso di acqua e sul consumo di carburanti.

In tale ottica – conclude la Coldiretti – è importante anche accelerare sul riconoscimento del ruolo delle nuove tecniche di evoluzione assistita (Nbt) per investire sulla genetica green capace di tutelare l’ambiente, proteggere le produzioni agricole con meno chimica e difendere il patrimonio di biodiversità.