Secondo un’indagine Ipsos “Percezione, costi e benefici della transazione ecologica” gli italiani sanno cos’è la transizione ecologica e quali sono i rischi di non attuazione. L’85% dei cittadini pensa che lo stop di questo processo porterebbe a numerosi danni, mentre 8 persone su 10 (circa il 79%) ritengono che anche solo un piccolo ritardo sulla tabella di marcia possa aumentare la crisi climatica
Questa indagine vuole indagare sul livello di consapevolezza degli italiani nei confronti della transizione ecologica pilastro del PNRR (Piano nazionale di ripresa la resilienza), e della green economy, realizzata per conto della Fondazione per lo sviluppo sostenibile e Italian Exhibition Group-Ecomondo su un campione di cittadini italiani fra i 18 e 75 anni.
“Con la pandemia, l’avvio della ripresa e il lancio del Green Deal europeo si registra un salto di qualità nella consapevolezza ecologica degli italiani – ha detto il Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, Edo Ronchi – Mentre a livello politico sono state numerose le cautele dichiarate sulla transizione ecologica , ‘troppo costosa’, ‘non prioritaria perché vi sono anche tante altre questioni’, questa indagine non lascia dubbi :la transizione ecologica è necessaria e conveniente e gode di un ampio sostegno dell’opinione degli italiani”.
I dati dell’indagine
L’86% degli intervistati pensa che la transizione ecologica sia una possibilità importante perché riduce i rischi climatici e ambientali e permette di sviluppare investimenti, innovazione e nuova occupazione. Per 3 persone su 4, il 75%, si tratta di un cambiamento obbligatorio e urgente dell’economia e della società per bloccare la crisi climatica e il degrado dell’ambiente. Solo il 18% pensa sia un cambiamento necessario, ma non prioritario e il 6% una moda alimentata dai media.
Tra le misure da attuare più urgente troviamo fermare il consumo di suolo (55%), diminuire lo spreco dell’acqua (54%), ridurre l’inquinamento di fiumi e mari (52%), diminuire i gas serra (50%), aumentare il riciclo dei rifiuti (50%), utilizzare il trasporto pubblico rispetto all’automobile (38%).