Tre aree verdi della capitale dove, forse, non siete mai stati

Cominciamo dai Giardini Vaticani, luogo di riposo e di meditazione dei Pontefici sin dal 1279, quando Niccolò III riportò la residenza papale dal Laterano al Vaticano. All’interno delle nuove mura, che fece erigere a difesa della sua residenza, il Papa volle impiantare un frutteto, un prato e un vero e proprio giardino. Questo primo nucleo sorse nei pressi del colle di Sant’Egidio, dove oggi si trovano il Palazzetto del Belvedere ed i Cortili dei Musei Vaticani. L’area da dove inizia, attualmente, la visita ai Giardini Vaticani, si trova invece nella parte più recente dello Stato, sulla quale furono realizzati i nuovi grandi spazi verdi che, assieme a quelli del nucleo originario, coprono la metà circa dei 44 ettari sui quali si estende lo Stato Vaticano. La prenotazione è obbligatoria (Viale Vaticano – tel. 06 69884676 – www.museivaticani.va).

Un’altra area molto interessante è quella coperta dai 12 ettari dell’Orto botanico, ai piedi del Gianicolo, che accoglie il visitatore con uno scenografico viale di palme (in inverno dalle 9 alle 17.30; in estate dalle 9 alle 18.30; chiuso domenica, festivi e agosto). Ha funzione didattiche, di educazione ambientale e di ricerca scientifica. E’ sede di mostre, corsi, conferenze, simposi e ricerche altamente specializzate sull’ecologia dell’ambiente urbano (Largo Cristina di Svezia 24 – web.uniroma1.it/orto botanico).

Imperdibile il Roseto comunale sito sulle pendici dell’Aventino, proprio sopra il Circo Massimo è aperto dai primi di maggio a metà giugno dalle 9 alle 19.30. Offre una grandiosa vista che spazia dal colle Palatino, al campanile di Santa Maria in Cosmedin, dalla cupola della Sinagoga al Vittoriano, fino all’Osservatorio di Monte Mario. Tacito, negli Annales, parla di un tempio dedicato alla dea Flora, i cui festeggiamenti, “floralia”, si svolgevano in primavera nel Circo Massimo. Ricoperto di orti e vigne fino a tutto il XVI secolo, divenne, nel 1645, l’Orto degli Ebrei con annesso il piccolo cimitero poi trasferito al Verano. Entrando si nota una lastra commemorativa in ricordo della precedente destinazione e i vialetti che separano le aiuole hanno la forma della menorah, candelabro a sette bracci, simbolo dell’Ebraismo. Il Roseto ospita circa 1.100 specie di rose provenienti da tutto il mondo, anche dalla Cina e dalla Mongolia. Fra le più interessanti, la Rosa Chinensis Virdiflora, dai petali verdi, la Rosa Chinensis Mutabilis, che cambia colore con il passare dei giorni e la Rosa Foetida…maleodorante (Via di Valle Murcia – tel. 06 5746810).

 

di Marzia Fiordaliso