Su proposta dall’UN Global Compact Network Italia 15 aziende italiane firmano il manifesto “Imprese per le Persone e la Società”. L’impegno è garantire standard lavorativi adeguati ai propri dipendenti e a richiederli ai fornitori, ridurre le disuguaglianze sociali e di genere nella comunità esterna, supportare azioni per il benessere della collettività, investire nella formazione e nella sensibilizzazione dentro e fuori l’azienda.
Le prime imprese italiane, già aderenti all’UN Global Compact, ad aver firmato il documento sono state Aeroporti di Roma, A2A, Andriani, Avanzi, Carbonsink, Edison, Hera, Inwit, Italmobiliare, Itelyum, Legance – Avvocati Associati, Maire, Pirelli & C., Snam, UCB Pharma.
UN Global Compact Network Italia, i dati
Prioritari per le aziende sono la crisi climatica e la transizione ecologica ma non si può dimenticare la questione sociale, dal rapporto annuale 2022 dell’Istat è merso che il 9,4% della popolazione italiana si trova in condizione di povertà assoluta (dal 2005 al 2021 si è passati da 1,9 a 5,6 milioni). E resta povero anche chi lavora, il 29,5% riceve una retribuzione lorda annuale inferiore ai 12 mila euro, impossibile per potersi mantenere. Preoccupante anche il divario di genere in termini di occupazione al 18,5%.
Un’indagine Istat stima che nel 2022 il 59,5% delle imprese manifatturiere abbia intrapreso azioni di sostenibilità. Tra queste, solo il 44,6% adotta pratiche di sostenibilità sociale. Il dato scende ulteriormente tra le imprese dei servizi, registrando che, sul 50,4% delle aziende impegnate in processi sostenibili, solo il 40,3% ha sviluppato azioni per la dimensione Sociale.
Come UN Global Compact Network Italia, lanciamo il Manifesto “Imprese per le Persone e la Società” con l’obiettivo di ispirare un impegno nuovo e sempre più alto, da parte del settore privato, con riguardo alla dimensione sociale della sostenibilità – ha dichiarato Marco Frey, Presidente, UN Global Compact Network Italia – Firmando il loro supporto ai punti del Manifesto, i CEO aziendali si impegnano a innalzare il livello di ambizione per la creazione di società inclusive, eque e prospere, andando oltre gli obblighi fissati dalla legge, coinvolgendo le filiere ed estendendo l’impatto all’intera catena del valore. Il nostro auspicio è che questa iniziativa dia un forte impulso al coinvolgimento dei massimi leader aziendali sulla dimensione sociale e poi, a cascata, al fiorire di politiche e azioni concrete per promuovere il benessere delle comunità interne ed esterne alle organizzazioni.
Le sfide sociali da affrontare sono ancora numerose e complesse, sia sul piano nazionale che globale – ha dichiarato Daniela Bernacchi, Executive Director, UN Global Compact Network Italia – Fra queste, vi sono anzitutto la crescita della povertà assoluta, l’emersione del fenomeno dei working poor e l’acuirsi delle disuguaglianze. Il World Economic Forum ha identificato nell’erosione della coesione sociale il quarto rischio più grave al livello mondiale per i prossimi dieci anni. È in questo scenario che l’UN Global Compact invita il settore privato a compiere una riflessione strategica sull’impatto delle proprie operazioni sulla dimensione sociale e sul proprio potenziale di creare cultura e valore condiviso, affinché le Persone siano poste costantemente al centro e nessuno venga lasciato indietro.