Global Compact

UN Global Compact Network Italia: il report dello scorso il Business&SDGs High-Level Meeting

Lo scorso 13 maggio si è tenuto in presenza e in modalità online il Business&SDGs High-Level Meeting, promosso dal UN Global Compact Network Italia e ospitato da Acea. L’incontro, giunto alla sesta edizione, mira a stimolare il dialogo e il confronto – a porte chiuse – tra i vertici di aziende e organizzazioni italiane aderenti al Global Compact delle Nazioni Unite e realtà fortemente impegnate sulla sostenibilità ma esterne all’iniziativa onusiana, sul ruolo del settore privato a supporto del raggiungimento dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile. Il focus di quest’anno è stato il tema della decarbonizzazione, sottolineando come le aziende siano attori fondamentali nel raggiungimento di un’economia a emissioni nette zero, in linea con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi sul clima.

I partecipanti

Hanno partecipato al meeting e condiviso la propria esperienza Amministratori Delegati, Presidenti e top manager di aziende impegnate quotidianamente nell’integrazione dei Dieci Principi UNGC e nel raggiungimento degli SDGs, quali: A2A, Acea, Aeroporti di Roma, Andriani, Asia Napoli, Assicurazioni Generali, Banca Mediolanum, BNL, Borsa Italiana, Carbonsink, Edison, Enel, Falck Renewables, Feralpi, Ferrovie dello Stato Italiane, Gruppo Hera, Gruppo Sofidel, Gruppo Unipol, Hitachi Rail, Illycaffè, Innovando, Italmobiliare, Itelyum, Leonardo, Maire Tecnimont, Nestlè Italia, Pattern, PIMCO Italia, Pirelli & C., Rina, Salvatore Ferragamo, Snam, Terna.
Il meeting è stato avviato dai saluti e poi arricchito dalla condivisione dell’esperienza aziendale di Giuseppe Gola, AD di Acea e host dell’evento, che ha sottolineato l’importanza della sostenibilità per il proprio business, testimoniato anche dalla partecipazione dal 2006 al Carbon Disclosure Project e dall’allineamento alle raccomandazioni della Task force on Climate-related Financial Disclosures sulla rendicontazione degli aspetti correlati ai cambiamenti climatici. L’azienda ha dovuto gestire gli impatti del cambiamento climatico, implementando soluzioni correttive in tempo reale sui propri servizi di pubblica utilità, contribuendo allo sviluppo del territorio e al benessere della vita delle comunità. Questo orientamento all’adattamento e l’approccio trasformativo adottato sono stati fondamentali nella gestione della crisi idrica del 2017, da cui l’azienda ha iniziato anche a investire sulla prevenzione e l’anticipazione di alcuni scenari che tenessero conto della ridotta piovosità effetto del cambiamento climatico, ad esempio sulla riduzione del fabbisogno idrico per assicurare la continuità del servizio nonostante la situazione critica.

Marco Frey, Presidente del UN Global Compact Network Italia

Marco Frey, Presidente del UN Global Compact Network Italia ha poi contestualizzato l’incontro,
inscrivendolo in una tradizione che da sei anni riunisce il top management delle aziende aderenti al
Global Compact, per riaffermare l’estrema importanza del commitment dei vertici per sviluppare e
attuare una strategia della sostenibilità che sia pienamente integrata nel piano industriale e nelle attività
quotidiane.

Bruno Pozzi, Direttore dell’Ufficio Europeo dell’UNEP
Bruno Pozzi, Direttore dell’Ufficio Europeo dell’UNEP, con il suo keynote speech ha riaffermato il
ruolo chiave del settore privato nella decarbonizzazione e più in generale nell’implementazione degli
SDGs, poiché le aziende possono generare cambiamento attraverso gli stakeholder, gli investitori, i
clienti attraendo risorse finanziarie e sviluppando prodotti, servizi. Quello attuale è un momento politico
di grande attenzione a queste tematiche e l’Italia si trova in posizione privilegiata di leadership nel 2021
con la presidenza G20 e l’hosting della preCOP a Milano. L’UNEP nel report pubblicato a febbraio 2021
“Making peace with Nautre” afferma che modelli di sviluppo non sostenibili stanno rapidamente
degradando la capacità della Terra di sostenere il benessere umano di una popolazione mondiale in
aumento; i Governi non stanno rispettando gli impegni presi per limitare i danni ambientali; il declino
ambientale sta erodendo i progressi verso il raggiungimento degli SDGs, aggravati dalla pandemia da
Covid-19; le emergenze ambientali che riguardano il Pianeta (cambiamenti climatici, inquinamento,
biodiversità) devono essere affrontate in modo olistico e interconnesso. In questo scenario, la conoscenza
umana, l’ingegnosità, la tecnologia e la cooperazione possono trasformare le società e le economie e
assicurare un futuro sostenibile e viceversa i sistemi economici e finanziari lungimiranti e resilienti
possono alimentare il passaggio alla sostenibilità. Per raggiungere l’obiettivo di emissioni nette zero al
2050, l’azione congiunta di pubblico e privato è cruciale: la strategia di engagement dell’UNEP del
settore privato al 2025 si fonda, infatti, sulla creazione di impatti positivi, misurabili e quantificabili
sull’ambiente e sulla società; sull’abilitazione della trasformazione verso una società sostenibile; sulla
condivisione della conoscenza e l’aumento dell’innovazione per soluzioni sostenibili; la mobilitazione
di risorse per accelerare lo slancio verso un futuro sostenibile, con la possibilità di reindirizzare 5 trilioni
di dollari oggi spesi su combustibili fossili in energie rinnovabili. La ripresa dalla pandemia è da
considerarsi come un’opportunità per trasformare il business-as-usual in un cambiamento trasformativo
per le persone, il pianeta e la prosperità.

Il position paper sviluppato dal Network Italiano

Il Presidente UN GCNI, Marco Frey, ha poi presentato per la prima volta il position paper sviluppato
dal Network Italiano, con il supporto del partner tecnico Carbonsink, sul tema imprese e
decarbonizzazione. Emerso come una priorità dall’SDG Forum 2020, UN GCNI ha deciso di lavorare
insieme alle imprese aderenti maggiormente impegnate sul tema alla produzione di un documento che
espliciti il loro impegno per la decarbonizzazione sottolineando le sfide che le imprese sono chiamate
ad affrontare nel nostro contesto nazionale e le opportunità da cogliere.
Le ingenti risorse a disposizione della transizione verde previste dal Green Deal euoropeo e dal fondo
Next Generation EU, saranno fondamentali, infatti, per creare le condizioni strutturali per un
cambiamento profondo delle nostre economie, per rendere il nostro Paese più resiliente e competitivo,
in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030 e ridurre le emissioni di gas a effetto serra per cercare di
contenere l’aumento della temperatura media globale (limitandolo ben al di sotto dei 2°C), come
raccomandato dagli obiettivi dell’Accordo di Parigi e dal framework dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo
Sostenibile. Il paper individua sfide e opportunità per le imprese in questo percorso ambizioso, che si
legano alla dimensione interna (governance, strategia, gestione dei rischi, metriche e target) e ad
elementi esterni che sono più legati al contesto entro cui l’azienda opera. A completamento di
quest’analisi, il documento contiene best practice aziendali che valorizzano l’impegno e l’azione
intrapresi da realtà di diversi settori e dimensioni per arrivare a un’economia Net Zero. Il paper verrà
completato nella sezione delle conclusioni, con gli spunti emersi dalla tavola rotonda degli
Amministratori Delegati.

I punti

La tavola rotonda, in cui Amministratori Delegati, Presidenti e Top Manager hanno condiviso
prospettive, sfide e opportunità sul tema della decarbonizzazione e commenti relativi al position paper
sviluppato dal Network Italiano, ha permesso di individuare le seguenti sottolineature.
 La sostenibilità è diventata un elemento imprescindibile per il settore privato, fondamentale non
solo per fare meglio a livello economico o nell’attrazione di investimenti, ma soprattutto per
garantire competitività e resilienza al business nel lungo periodo e focalizzare gli sforzi sulla
creazione del valore.
 Entrate nella Decade of Action, le imprese sono chiamate ad aumentare il proprio livello di
ambizione per l’avanzamento degli SDGs, soprattutto in relazione al Goal 13-Climate Action.
Per questo saranno significativi tutti gli sforzi per definire obiettivi climatici science-based
puntando al contenimento dell’aumento della temperatura media globale ben al di sotto dei 2
gradi, allineandosi così all’approccio internazionale condiviso indicato dall’Accordo di Parigi.
 È essenziale includere la finanza in ogni ragionamento a supporto della decarbonizzazione e al
raggiungimento degli SDGs, un mercato che cerca strumenti innovativi ed è affamato di
opportunità su cui investire per garantire un futuro migliore alle persone sul Pianeta.
 Una struttura aziendale di governance adeguata ed efficace, che parte dagli organi (Consiglio di
Amministrazione, Comitati di sostenibilità), ha il compito di tradurre efficacemente l’attenzione
alla sostenibilità e in particolare alla decarbonizzazione in azioni concrete, prevedendo anche dei
sistemi di incentivazione quando questo percorso si rivela particolarmente virtuoso. La
governance è anche responsabile di promuovere una cultura della decarbonizzazione e in
generale dei temi della sostenibilità sia all’interno dell’organizzazione sia all’esterno dei confini
aziendali.
 La strategia aziendale deve essere integrata: la decarbonizzazione deve rientrare nel processo
trasformativo dell’azienda verso la sostenibilità, che crea cultura a 360 gradi verso dipendenti,
fornitori, consumatori e permette così di coprire anche lo scope 3, oltre a 1 e 2.
 Le grandi aziende hanno il compito di attivare partnership e collaborazioni multistakeholder e
coinvolgere tutta la filiera, in una logica di accompagnamento delle PMI verso percorsi di
transizione. Agire a partire dalla progettazione di prodotti e servizi in ottica green e circolare, in
una logica di dialogo bottom-up, può essere un fattore abilitante per la decarbonizzazione e
volano per la generazione di cultura, nuove imprese e business per la valorizzazione dei territori.
Sarà fondamentale avviare iniziative premianti per le aziende fornitrici sostenibili e
riconoscimento di crediti di emissione a chi usa materie prime seconde per rendere strutturale il
percorso della transizione.
 Guardando al mercato italiano, il coinvolgimento della supply chain risente di forti
condizionamenti, come il codice degli appalti (in cui il green procurement e la valorizzazione
nelle offerte più vantaggiose per fornitori sostenibili sono fortemente vincolati). È presente,
inoltre, il problema di ingaggiare i territori nel supportare e agevolare a livello amministrativo
progettualità legate alla sostenibilità. Per affrontare queste sfide è necessario da un lato, recepire
i temi della sostenibilità all’interno della normativa sugli appalti, anche in coerenza con gli
obiettivi sulla transizione verde che il Paese si è dato, e attivare una relazione a livello locale per
spiegare il valore della transizione.
 Il ruolo di promozione della cultura della sostenibilità e della decarbonizzazione delle imprese,
va concepito ad ampio raggio, arrivando fino a includere le nuove generazioni, dalle quali
dipenderà la salvaguardia del Pianeta nei prossimi anni e la progettazione di prodotti e servizi
per la transizione, alimentando anche l’interesse per le tematiche STEM nelle studentesse e
lavoratrici del futuro. Questi percorsi educational saranno elementi chiave per il raggiungimento
concreto degli obiettivi di riduzione delle emissioni nazionali.
 Il settore bancario e finanziario può giocare un grande ruolo nel promuovere comportamenti
sostenibili e attenzione all’ambiente verso le proprie società in portafoglio e clienti privati, ad
esempio prevedendo diverse allocazioni di capitali prediligendo attività a basso impatto
ambientale, promuovendo prodotti a supporto alla mobilità sostenibile e che coprono i rischi
legati alla produzione di energie rinnovabili, disincentivando gli investimenti in settori come il
carbone.
 Per andare nella direzione della decarbonizzazione, sarà sempre più prioritario investire
nell’elettrificazione e in fonti energetiche alternative come l’eolico, l’idrogeno, il bio metano
sia a livello di impianti sia a livello di trasporti e logistica, puntando sull’innovazione di
infrastrutture e materiali.
 È necessario mettere in campo importanti risorse economiche, nella forma di obbligazioni o
equity, che possano supportare le imprese nella gestione dei rischi (fisici e di transizione)
ambientali. Anche lo Stato è chiamato a fare la sua parte nell’erogare forme di incentivazione di
questi percorsi, in una logica di partnership pubblico-privato.
 Sul tema delle metriche, sarà prioritario per le imprese uniformarsi agli standard internazionali
ed europei di misurazione (TCFD, SBTi, Tassonomia…) per una valutazione più oggettiva delle
proprie attività e orientarsi verso una maggiore omogeneità e diffusione dei dati forniti e
comunicati, lavorando su indicatori e KPIs sulla decarbonizzazione.
 Le aziende dovranno sempre di più prestare attenzione non solo agli impatti “carbon” delle
proprie attività, ma anche all’economia circolare e all’acqua, ragionando in una logica
complessiva di migliore gestione delle risorse – essenziale per alcuni settori come il food e il
fashion – e di tutela della biodiversità. Sarà necessario anche approfondire i criteri per misurare
la riduzione delle emissioni a seguito di soluzioni di economia circolare, ad oggi ancora poco
standardizzati e certificati.
 In tutti i ragionamenti sulla transizione, si dovranno prevedere necessariamente condizioni
abilitanti esterne di gestione e di supporto alla transizione, da un punto di vista economico,
normativo e culturale che potranno essere avvantaggiate dalle iniziative e fondi stabiliti dal
PNRR.

Qui il report intero.