Il mondo dell’editoria è in crisi da anni, di libri e giornali se ne vendono sempre meno e allora una grande idea green può davvero andare a fare la differenza, attirare la curiosità e diventare elemento catalizzatore in una strada trafficata e cementificata.
In Piazza della Resistenza Partigiana, a Milano, ecco nascere la prima ecoedicola d’Italia che, speriamo, diventi un prototipo di tante altre.
Ispirata alla forma della capanna è firmata dall’azienda altoatesina Rubner Haus, specializzata in abitazioni in legno e a basso impatto (progetto realizzato dallo studio Abc – architetti Barban Cappellari di Vicenza). La notte si chiude coma una conchiglia per spiegare, di giorno, di nuovo le sue ali alla clientela che già frequentava il chiosco, punto di riferimento del quartiere.
L’edicola/baita diviene l’esempio di un’architettura urbana brava nel conciliare sostenibilità ambientale e sostenibilità abitativa/lavorativa.
“Oggi si parla molto di rigenerazione urbana quale strumento per restituire alla collettività beni che incidano positivamente sui valori di inclusione sociale e di integrazione – sottolinea Deborah Zani, ceo di Rubner Haus. – L’edicola, che di solito si affaccia su una piazza o un incrocio, è uno degli spazi emblema al centro di scambi e relazioni.
Il legno come materiale da costruzione non è scelta casuale: porta benefici anche a chi vive il luogo, è igroscopico quindi assorbe l’umidità in eccesso e ne rilascia al bisogno.
Ma per evitare altre dolorose chiusure anche alcune edicole italiane potrebbero, insieme alla vendita di riviste, quotidiani, libri e gadjet dedicarsi ad un’attività di comunità?
Lulu dans ma rue a Parigi sembra un’edicola ma è un “portierato di quartiere” e fornisce servizi agli abitanti della zona che vanno dal ricevimento della posta, alla ricerca di dogsitter o catsitter o persone che si occupano delle piante in assenza dei proprietari di casa. Qualcuno potrebbe prendere spunto.
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di Marzia Fiordaliso