Sulla valanga della Marmolada che ha provocato una vera e propria strage è intervenuto anche l’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isp), che ha chiarito come le temperature anomale di questi giorni abbiano contribuito in maniera determinante a provocare il distaccamento del ghiaccio e la sua corsa verso valle, annientando persone e cose.
Secondo le ultime notizie di cronaca stanno continuando le attività dei soccorritori sul ghiacciaio, dopo l’evento che è stato definito una carneficina. Il distacco del ghiaccio si sarebbe verificato nella zona di Punta Rocca, lungo l’itinerario di salita della via normale per raggiungere la vetta. Qui già nella giornata di sabato 3 luglio 2022 si erano verificate temperature record, con circa 10° in vetta.
Valanga Marmolada: cosa è successo, la crisi climatica
Sull’enorme tragedia è intervenuto l’esperto del Cnr Renato Colucci, per spiegare come è potuto accadere un fatto così eccezionale e fatale. In termini tecnici a staccarsi è stato un seracco, cioè la frattura con relativo scorrimento verso valle, di un enorme pezzo di ghiacciaio. All’origine della tragedia, ci sono le alte temperature che da diversi giorni persistono in quota sulle Alpi. Si tratta di temperature molto al di sopra della media dei valori normali.
Il caldo anomalo che ormai da diverse settimane persiste su tutta Italia e che arriva dall’Africa, spiega l’esperto in una nota del CNR, ha prodotto una grossa quantità di acqua liquida da fusione glaciale, alla base di quel pezzo di ghiacciaio che si è poi staccato. Inoltre l’atmosfera ed il clima, in modo particolare al di sopra dei 3.500 metri di quota, sono in totale disequilibrio.
Di fatto dunque tra le cause della valanga della Marmolada ci sono il riscaldamento globale, ha concluso Colucci, che sta riducendo e indebolendo i ghiacci ad alta quota. A questo si aggiunge la situazione meteorologica di quest’anno: ha nevicato poco e dunque c’è poca neve residua a protezione del ghiacciaio dal caldo estivo.
Abbiamo dimenticato l’Accordo di Parigi?
I Governi stanno dimenticando l’Accordo di Parigi del dicembre 2015? In Francia si era deciso di mettere in campo ogni azione per limitare l’aumento delle temperature (massimo 1,5°C). Entro il 2050 dobbiamo arrivare a quota zero emissioni di CO2, ed entro il 2030 dobbiamo abbatterle del 50%. La tragedia della Marmolada non lascia purtroppo spazio per l’ottimismo se non si prenderanno seri provvedimenti.
Come ha scritto Walter Ganapini, membro onorario Comitato scientifico dell’Agenzia Europea dell’Ambiente in un nostro articolo:
Poco ormai ci separa dagli esiti drammatici attesi della crisi climatica irreversibile in atto. La concentrazione di CO2 in atmosfera ha superato le 420ppm a Mauna Loa e sappiamo che a 450ppm il rischio annunciato è l’estinzione della specie umana.
Il riscaldamento anomalo della superficie terrestre interessa la maggior parte dei continenti e degli oceani e produce già, in alcune regioni del globo, effetti cui è impossibile adattarsi, dall’aumento del livello del mare (con oltre il 60% dell’Umanità che vive in zone costiere) all’esposizione della popolazione ad eventi estremi (ondate di calore, nubifragi, alluvioni, siccità) compromettendo biodiversità, produzione di cibo, riserve idriche.