Vetro

Vetro, crisi e guerre riducono i consumi e anche il riciclo ne risente

L’industria del vetro italiana ha registrato lo scorso anno un arretramento nei volumi prodotti in tutti i comparti ma primi segnali positivi nel 2024. Nel primo trimestre cresce l’export dei prodotti italiani legati al vetro, come il vino, del 3,1%, e il prosecco con un 7,8% in più. Fattore di criticità è il prezzo dell’energia che mette a rischio la competitività del settore e rende più difficile il percorso di decarbonizzazione.

I dati sono emersi durante l’Assemblea annuale di Assovetro-Associazione Nazionale degli Industriali del Vetro, aderente a Confindustria che ha considerato emergenze attuali e sfide del futuro per una industria strategica per l’economia del Paese; una realtà che conta circa 29.000 dipendenti diretti ed è la seconda manifattura del vetro in Europa con un fatturato aggregato di circa 9,7 miliardi di euro, e di cui Assovetro rappresenta le aziende di maggiori dimensioni, con 107 siti produttivi distribuiti in tutta Italia.

La decarbonizzazione – ha dichiarato Marco Ravasi, Presidente Assovetro – è la sfida più grande che abbiamo di fronte e tutti dobbiamo fare la nostra parte e noi la stiamo facendo, ma è giusto tutelare anche la competitività della nostra industria nazionale, penalizzata da un costo dell’ elettricità, il vettore energetico della decarbonizzazione, che è il triplo di quello della Spagna e di molto superiore a quello di Francia e Germania, i nostri principali competitor. Contiamo che il Governo, come sta avvenendo in altri Paesi, supporti con incentivi e agevolazioni il nostro sforzo.

Vetro, le problematiche del settore

Guardando ai prezzi, secondo i dati Assovetro, il mercato del gas naturale non accenna a scendere sotto i 30 – 40 €/MWh: lasciato l’economico gas russo, gli approvvigionamenti via tubo o via nave (nel caso GNL di provenienza USA) risultano più onerosi.

Pesa sulle produzioni italiane di vetro la disparità dei prezzi dell’energia elettrica tra i vari paesi dell’Unione che innesca una concorrenza tra Stati membri che potrebbe portare al forte ridimensionamento del sistema produttivo nazionale, soprattutto se si pensa che una delle leve di decarbonizzazione è proprio l’elettrificazione.

Dall’inizio dell’anno il prezzo medio in Italia ha superato i 90 €/MWh, mentre in Germania è attorno ai 70, in Francia è a 47 e in Spagna scende addirittura a 37. Lo sviluppo di rinnovabili nel nostro Paese, anche se lento, ha portato al soddisfacimento del 37% del fabbisogno elettrico nel 2023: perché restano differenze di prezzo così consistenti? Oggi nella produzione di vetro l’elettricità pesa per il 20%, l’11% è da fonti rinnovabili.