Nel seicentesco Convento di Santa Teresa a Caprarola (Vt) l’Associazione Ikigai ha organizzato lo scorso fine settimana una full immersion di yoga e meditazione al quale ho partecipato. Pratico da tre decenni, ma se negli ultimi anni sono stata discontinua con le asana non posso dire lo stesso della meditazione, alla quale mi dedico quotidianamente anche solo per pochi minuti, talvolta senza nemmeno rendermene conto.
Quaranta persone che praticano yoga nello stesso momento arroccati sulla rupe di tufo con vista su Palazzo Farnese producono un’energia grandiosa, che si insinua in ogni angolo della mente e in ogni fibra del corpo.
Le sessioni di meditazione, quelle dedicate alla pratica e le ore teoriche hanno creato un tempo solo nostro in cui abbiamo avuto l’impressione di vivere 1 anno in soli tre giorni. Abbiamo anche tentato di assorbire tre importanti indicazioni che consistono nell’evitare di:
- giudicare in continuazione gli altri per sentirsi migliori;
- lamentarsi con chiunque dalla mattina alla sera, ogni tanto un piccolo sfogo è umano, ma non esagerare;
- giustificarsi, ovvero perdonare ogni nostro comportamento o assolverci sempre.
Yoga, prana e chakra
Uno dei concetti base dello yoga è l’energia vitale, l’élan vital tanto caro alle correnti new age, che traduciamo in prana e che così come si propaga l’elettricità, si muove e circola in tutto il corpo, in ogni alveolo del nostro essere e il suo flusso determina il nostro benessere o il nostro malessere. Non meno importanti sono i famosi 7 chakra, che hanno la funzione di raccogliere e trasformare il prana, non sono parte del nostro corpo fisico, ma del nostro corpo sottile cioè la nostra struttura extracorporea:
- Muladhara – Chakra basilare
- Svadhisthana – Chakra sacrale
- Manipura – Chakra del plesso solare
- Anahata – Chakra del cuore
- Visuddha – Chakra della gola
- Ajna – Chakra della luce o del terzo occhio
- Sahasrara – Chakra della corona
Fondamentale per sentirsi in armonia con il nostro corpo, il nostro spirito e il mondo intorno a noi è mantenere l’equilibrio dei 7 chakra, praticando lo yoga e la meditazione. Non si può iniziare da soli, si ha sempre bisogno di un maestr* esperto, solo dopo molta pratica si può cominciare a provare in autonomia.
L’unica posizione Yoga che mi sento di consigliare, soprattutto per combattere l’insonnia, è quella da sdraiati supini in shavasana con le braccia lungo il corpo e i palmi verso l’alto. Bisogna concentrarsi su ogni muscolo partendo dai piedi fino alla testa, compresi organi interni, pelle e lingua e respirare nel momento in cui ci soffermiamo su di loro per rilassarli.
Meditazione, quali sono i benefici
Con la meditazione, che va sempre praticata in un luogo tranquillo dove nessuno verrà ad interromperci, si possono avere una serie pressoché infinita di benefici, cerchiamo di individuare i principali:
- Impariamo a respirare correttamente, il nostro respiro è spesso troppo veloce, poco profondo, quasi affannoso;
- Calmiamo la mente e allontaniamo le emozioni dannose, dobbiamo puntare al pensiero zero;
- Cresciamo spiritualmente, il cammino dentro di noi porta consapevolezza e sicurezza.
Oggi la meditazione è considerata uno strumento terapeutico in grado di risanare corpo e anima, imparando a rilassarci allontaniamo stress e sofferenza sia fisica sia mentale. Chi conosce bene lo yoga sa che meditare è anche il modo per trovare l’illuminazione, portando in superficie il nostro io più profondo, quello con cui difficilmente entriamo in contatto durante la nostra vita se non dopo un cammino spirituale lungo e tortuoso.
I nostri pensieri spesso sono ripetitivi e negativi e rimuginare porta infelicità, ma se quel pensiero lo ignoriamo lo faremo morire di fame e saremo liberi. Governare la mente significa governare anche le nostre azioni e quell’agire d’impulso che, sovente, comporta conseguenze e criticità che vanno poi risolte. Grazie alla meditazione avverrà una radicale trasformazione del nostro modo di essere e il nostro approccio nei confronti dell’esistenza sarà più consapevole, ma più leggero.
Pasti silenziosi
Uno dei pasti, durante questo viaggio interiore durato tre giorni, è stato consumato in silenzio. Ammessi solo i sorrisi. Parlare spesso ci serve per colmare i vuoti ma in questo modo perdiamo l’attimo che fugge e le sensazioni che derivano dall’atto che stiamo compiendo.
In molte case è la norma guardare la tv mentre si mangia, anche se siamo in compagnia di familiari o amici. Prendere il piatto, portarlo a tavola, e masticare senza proferire parola quando si è fra tante persone può essere imbarazzante ma è l’unico modo per sentire davvero il sapore del cibo ed essere presenti a se stessi. Provare per credere.