Potevano farci mancare la Giornata Mondiale della Bicicletta? Assolutamente no. Ecco allora in nostro soccorso le Nazioni Unite che in una risoluzione del 12 aprile 2018 ha deciso che il 3 giugno sarebbe stata la data definitiva “per la consapevolezza dei benefici sociali derivanti dall’uso della bicicletta come mezzo di trasporto e per il tempo libero”. Il segretario generale dell’European Cyclists Federation (ECF), Bernhard Ensink, ha dichiarato “Il ciclismo è una risorsa dai benefici sociali, economici e ambientali e riunisce le persone”.
Il suo uso rientra tra gli obiettivi di sviluppo sostenibile. Dopo l’acquisto (e qualcosa di vintage per adulti e bambini si trova anche nei gruppi Facebook in cui anime generose regalano ciò che non utilizzano più) non si sostengono ulteriori spese (guasti a parte), permette di fare attività fisica, libera dalle dipendenze energetiche, è silenziosa, non inquina e non crea traffico. Se si ha bisogno di una riparazione nei grandi centri urbani si trovano le ciclofficine, luoghi dove condividere conoscenze e attrezzi, punti di aggregazione dove scambiare informazioni e opinioni, spazi da cui partono iniziative popolari volte alla liberazione dalle quattroruote nelle strade. Utili per coloro che desiderano imparare a cambiare le ruote o smontare e rimontare il movimento centrale e per tutti quelli che di bici non sanno nulla. L’assistenza dei meccanici è gratuita.
Nonostante i tanti benefici, in alcune città, le due ruote restano ai margini, vuoi per la conformazione morfologica urbana, vuoi perché i pochi km di piste ciclabili costringono, sovente, chi pedala ad un pericoloso e poco salutare slalom, vuoi perché le auto sono ancora le padrone della strada.
La Giornata del 3 giugno non è solo dedicata a chi già utilizza la bici nel fine settimana o nella quotidianità ma soprattutto a chi non ne vuole sentir parlare, a chi è indeciso, a chi la tiene ferma nel garage da anni e la spolvera periodicamente. E da ora anche un #June3WorldBicycleDay.
E il logo? Raffigura tanti generi di ciclisti che pedalano intorno alla nostra stanca terra. Il messaggio principale è che la bicicletta appartiene e serve a tutta l’umanità.
di Marzia Fiordaliso