Biorepack arte

Biorepack sostiene il progetto Città miniera di Mario Cucinella Architects

Biorepack è tra i sostenitori del progetto “Città miniera”, installazione dello studio Mario Cucinella Architects inaugurato a Milano. Focus sull’esperienza artistica che sottolinea l’importanza delle città come giacimenti urbani, da usare nella rigenerazione degli ecosistemi terrestri e i terreni circostanti partendo dalla valorizzazione della frazione organica dei rifiuti.

L’opera esposta fino al 21 aprile 2024 in via Solferino 26 (aperta lunedì ore 12-18, martedì – sabato ore 11-23 e domenica ore 10-18) è costituita da una foresta di torri luminose che declinano i temi della società e delle città del futuro, con il riuso e il riciclo che costituiscono un passaggio fondamentale per dar vita a comunità capaci di crescere vivendo in positiva simbiosi con l’habitat. Riuscendo ad avere di più, consumando di meno.

In questa sfida, la corretta raccolta e trasformazione dei rifiuti umidi rappresenta un elemento centrale. Questa frazione costituisce infatti il 40% del totale dei rifiuti prodotti quotidianamente dai cittadini – ha sottolineato Marco Versari, presidente di Biorepack – Facile comprendere che da una sua adeguata valorizzazione dipende sia la possibilità di ottimizzare la raccolta dell’intero ciclo dei rifiuti sia di sfruttare al meglio una risorsa che apporta tanti vantaggi al sistema agricolo italiano.

Biorepack, il lavoro del consorzio

Il percorso di recupero e trattamento dei rifiuti umidi vede una preziosa collaborazione con una famiglia di materiali innovativi che incarnano perfettamente i principi della bioeconomia circolare: le bioplastiche compostabili. Questi materiali, spesso derivati da fonti vegetali provenienti da terreni marginali o non adatti all’agricoltura per scopi alimentari, svolgono un ruolo fondamentale nel facilitare la raccolta dell’umido.

Non solo le bioplastiche compostabili, come sacchetti, piatti, bicchieri e posate, contribuiscono a rendere più efficiente la raccolta dell’organico ma aumentano anche la quantità complessiva di rifiuti organici raccolti, migliorando di conseguenza la produzione di compost.

Questo sistema rappresenta un esempio di circolo virtuoso in cui l’Italia si distingue sempre di più come best practice internazionale. Milano, in particolare, è un’eccellenza nazionale in questo ambito, riuscendo a intercettare quasi il 90% del totale potenziale degli scarti di cucina. A confronto, in Europa, paesi con una lunga tradizione di separazione dei rifiuti organici, come Olanda e Germania, presentano dati significativamente inferiori, con solo il 32% del biorifiuto e il 16% dello scarto di cucina intercettati.

L’Italia riesce a trattare ogni anno 8 milioni di tonnellate di rifiuti a matrice organica, riciclandoli all’interno di oltre 150 impianti distribuiti sul territorio nazionale. Questo ha permesso di produrre 2 milioni di tonnellate di compost, reintegrando 440mila tonnellate di carbonio nei terreni agricoli e evitando l’emissione in atmosfera di 5 Megatonnellate di CO2.

Questo esempio dimostra come le città possano diventare vere e proprie fonti di benessere ambientale, sociale ed economico, e come la bioeconomia circolare possa contribuire in modo significativo a un futuro sostenibile e prospero.