GreenGraffiti

GreenGraffiti, comunicare senza digitale e senza carta, di Irene Ivoi – EcoDesign

GreenGraffiti, con base a Milano, nasce 15 anni fa come network internazionale con l’obiettivo di individuare e adoperare soluzioni alternative alla cartellonistica tradizionale.
Nasce così una nuova modalità di fare comunicazione senza uso di carta e senza uso di strumenti digitali.

Questi ultimi hanno un impatto ambientale spesso ignoto ai più, e di cui solo di recente si parla; i manifesti di carta, per quanto prodotti con modalità attente a ogni impatto ambientale, hanno purtroppo vita parecchio breve.
Ecco perché provare allora ad azzerare questi supporti e usare marciapiedi e asfalto per stamparvi messaggi (solo uso di inchiostro a base alimentare).

GreenGraffiti, legali e sostenibili

Questo è GreenGraffiti, un brevetto oltre che marchio dell’agenzia Jungle che ne potenzia gli impieghi.
Stiamo quindi parlando di messaggi applicati con l’uso di stencil e di una pittura alimentare a base di siero di latte, gesso e cellulosa, senza additivi chimici, e rimuovibili con un semplice getto d’acqua ad alta pressione.
La loro durata è di 15 giorni, poi si passa alla rimozione.
La loro posa è di per sé uno spettacolo e sono legali: molte pubbliche amministrazioni li autorizzano nei loro regolamenti comunali sulla pubblicità; infatti Jungle ha già al proprio attivo numerose collaborazioni con importanti comuni italiani e si occupa autonomamente dei rilasci delle autorizzazioni.

La dimensione massima di uno stencil è di 1,5×1,5m, ma per operazioni di guerrilla marketing o urbanismo tattico sono possibili allestimenti ben più rilevanti.
Ma da giugno 2023 c’è anche una novità di carattere ambientale grazie ad un accordo stipulato con Pureti: nella miscela dei GreenGraffiti entra un additivo Pureti®, che mangia lo smog. I graffiti diventano quindi anche un presidio in grado di contribuire alla pulizia dell’aria cittadina. L’operazione è stata testata in collaborazione con l’università di Bologna tenendo conto che Pureti® è un composto atossico parte integrante di un progetto Europeo iSCAPE (che mediante una fotocatalisi permette la creazione di un layer protettivo in grado di ossidare le molecole leggere con cui entra a contatto). Si tratta di una sostanza costruita come una matrice di nanoparticelle che, attivate e fortificate dall’energia solare, si muovono in moto accelerato a protezione del materiale su cui sono disposte, disattivando le molecole nocive e rilasciando al contempo ossigeno nell’aria.

Un sostegno per lo Sri Lanka

E infine, visto che la rimozione dei graffiti richiede acqua, Jungle collabora con WAMI per compensare sia questo che il consumo idrico dei dipendenti. Hanno così scelto di contribuire allo sviluppo dell’acquedotto e della rete idrica domestica nel distretto di Rockwood, in Sri Lanka, portando l’acqua nelle case di 8 diverse famiglie residenti nell’area, e supportando la comunità locale. Stiamo parlando di quasi 17 milioni di litri all’anno in partenariato organizzativo con Oxfam.
Perché ci piace?
Perché questi messaggi ridisegnano la nostra attenzione in modo efficace e divertente, perché spiazzano la consuetudine di una comunicazione più tradizionale e riescono a disinnescare la nostra perenna distrazione. Il tutto in logica nudge.

di Irene Ivoi – EcoDesigner

Immagine: GreenGraffiti Minniti PiazzeAperte